Il tumore della prostata rappresenta la neoplasia più comune nell’uomo e la sua diagnosi precoce è essenziale per poterlo curare tempestivamente e garantire la guarigione al paziente.
L’utilità del PSA nella diagnosi precoce del tumore della prostata è stata da tempo dimostrata ed a mio parere è importante controllare questo marcatore a partire dai 40 anni di età.
È altresì noto che il dosaggio del PSA non risolve tutti i problemi e che il marker ideale per la diagnosi precoce del tumore prostatico non è ancora stato identificato.
Di recente è stato introdotto nella pratica clinica un nuovo test denominato PCA3 (Prostate Cancer Antigen 3). Si tratta di un antigene che viene dosato nelle urine e che risulta molto elevato nei pazienti con tumore prostatico.
Per dosare il PCA3, il paziente viene sottoposto a massaggio prostatico dall’urologo e raccoglie il primo getto di urina immediatamente dopo la manovra, che viene eseguita in ambulatorio, ha la durata di 10 secondi circa ed e’ completamente indolore.
La ricerca svolta fino ad oggi in tutto il mondo sul PCA3 ha dato risultati molto interessanti. Questo marcatore non è influenzato dalle dimensioni della prostata, ed è al contrario proporzionale alle dimensioni della massa del tumore. Questa è una caratteristica molto vantaggiosa che risolve uno dei principali problemi legati al PSA e cioè che possa essere aumentato anche in presenza di un ingrossamento prostatico completamente benigno. Il PCA3 può essere utilizzato in diverse condizioni cliniche : 1. paziente con PSA sospetto per tumore della prostata ma con visita urologica normale nel quale non si è certi se sia indicato eseguire una biopsia prostatica; 2. paziente che è già stato sottoposto a biopsia prostatica per sospetto tumore: se la biopsia è risultata normale ma il paziente continua ad avere un rischio elevato (PSA o esplorazione rettale sospetta) esiste una indicazione ad eseguire il test PCA3 prima di procedere ad una seconda biopsia; 3. paziente al quale è stato diagnosticato un tumore della prostata, dove il PCA3 può essere d’aiuto per chiarificare l’entità della malattia ed identificare la migliore terapia.
Il PCA3 rappresenta senz’altro un’arma in più nelle mani dell’urologo per diagnosticare precocemente il tumore della prostata. L’uso attuale del PCA3 deve essere considerato tenendo anche presente la disponibilità della risonanza magnetica multiparametrica e dei più moderni esami ematici come l’Indice PHI.
