Francesco Montorsi

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Radiochirurgia e Chirurgia Robotica

CON LE NUOVE TECNOLOGIE È POSSIBILE COLPIRE LE LESIONI TUMORALI SENZA INTACCARE GLI ORGANI CIRCOSTANTI

LA RADIOCHIRURGIA E LA CHIRURGIA ROBOTICA SONO SISTEMI MININVASIVI E ALTAMENTE PRECISI UTILI PER INTERVENIRE ANCHE NEI CASI DI TUMORE ALLA PROSTATA. ECCO COME FUNZIONANO

È uno dei tumori più diffusi negli uomini, tanto più frequente quanto più l’età è avanzata. Secondo i dati di Fondazione AIOM, nel 2017 nei maschi il carcinoma alla prostata costituiva il 18% del totale, seguito da quelli del colon-retto (16%) e del polmone (15%). Oggi la lotta ai tumori dispone di apparecchiature di altissima precisione, che consentono di intervenire, ad esempio, su lesioni tumorali anche piccole senza distruggere i tessuti circostanti sani. Tra le “armi” più innovative per i tumori alla prostata ci sono due sistemi mininvasivi: la radiochirurgia e la chirurgia robotica. Vediamo di che cosa si tratta. Nata da un’evoluzione della radioterapia, la radiochirurgia consente un trattamento accurato e mirato. Questa tecnologia offre un’alternativa all’intervento chirurgico per asportare tessuti tumorali, quando ci siano le indicazioni per farlo. Il sistema, utilizzato in diversi centri italiani ed esteri, si compone di un braccio robotico che muove l’acceleratore lineare, cioè la macchina che produce fasci di fotoni. Grazie a una guida tramite immagini, è possibile correggere automaticamente in tempo reale la direzione del fascio. In tal modo, quando il paziente si muove anche impercettibilmente, il raggio rimane sempre puntato sull’obiettivo. Un sistema di rilevazione del respiro aiuta poi ad aumentare ancor più la precisione. È possibile trattare lesioni di diversa grandezza. Il piano di trattamento viene sviluppato da un team polispecialistico che include radioterapista, neurochirurgo o chirurgo dedicato al distretto corporeo trattato e fisico medico.

Durante la radiochirugia il monitoraggio è costante.

Chiarisce la dottoressa Nadia Di Muzio, Direttore del Dipartimento di Radioterapia Oncologica, Ospedale San Raffaele di Milano: “ La radiochirurgia è stata resa possibile dalla sorprendente evoluzione tecnologica in ambito radioterapico. La tecnica permette di utilizzare fasci di radiazioni in maniera così precisa da colpire elettivamente le lesioni tumorali senza intaccare gli organi sani circostanti. La peculiarità di questa tecnica è di potere somministrare un trattamento che eradica il tumore in una singola seduta come se fosse un intervento chirurgico, ma eseguito utilizzando in maniera estremamente precisa le radiazioni. In alcuni casi particolari il numero di sedute può essere superiore per esigenze tecniche, ma in genere non si superano mai le cinque sedute. “Le indicazioni elettive per questi trattamenti riguardano lesioni di dimensioni limitate a livello encefalico, polmonare, mammario, epatico, osseo. Un’altra importante indicazione riguarda i tumori della prostata per i quali esiste già una notevole casistica di pazienti con follow up sufficientemente lungo (oltre sette anni). Un fatto che dimostra risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con la chirurgia. “Con trattamenti in cinque sedute, hanno avuto un perfetto controllo di malattia documentato da PSA indosabile, circa il 90/97% di pazienti con tumore della prostata a rischio basso e intermedio. Ma alcune casistiche riportano risultati altrettanto promettenti per i pazienti ad alto rischio e quindi con tumori più aggressivi. “Una applicazione elettiva di questa modalità di trattamento radiante riguarda le metastasi. In pazienti selezionati con poche lesioni metastatiche questa metodica può sostituire i trattamenti chemioterapici e/o ormonali con eccellente controllo di malattia. Inoltre la radiochirurgia stimola il sistema immunitario: una caratteristica che fa sì che questa metodica possa essere sfruttata in ambito radioterapico o associata efficacemente ai nuovi trattamenti immunoterapici contro i tumori. “La radiochirurgia, oltre a essere efficace, ha un costo sociale ridotto rispetto a trattamenti tradizionali. Poiché sono necessarie un minor numero di sedute, il paziente e i suoi caregiver devono affrontare meno viaggi per raggiungere l’ospedale, con riduzione anche delle assenze lavorative. Inoltre vi è un risparmio in termini di spesa sanitaria perché si possono evitare interventi chirurgici con relative degenze, si possono risparmiare trattamenti farmacologici costosi e ridurre le liste di attesa dei reparti di Radioterapia con possibilità di trattare in maniera più efficiente un maggior numero di pazienti”.

Nella chirurgia robotica i movimenti del chirurgo sono eseguiti indirettamente

L’altra metodica innovativa per intervenire sui tumori alla prostata è un sistema di chirurgia robotica estremamente sofisticato. Grazie a queste strumentazioni, il chirurgo non opera più con le proprie mani ma manovrando un robot a distanza. Il chi rurgo è seduto a una console posta all’interno della sala operatoria, mentre il sistema computerizzato trasforma il movimento delle sue mani in impulsi che vengono convogliati alle braccia robotiche. Spiega il professor Francesco Montorsi, Direttore dell’ Unità Operativa di Urologia all’Ospedale San Raffaele di Milano: “Nella chirurgia laparoscopica gli strumenti per operare sono tenuti in mano dal chirurgo, mente con la chirurgia robotica i movimenti vengono eseguiti indirettamente. Con le apparecchiature il chirurgo ha una visione tridimensionale del campo operatorio, una caratteristica che gli consente una precisione altissima. Gli strumenti per operare sono miniaturizzati: alla precisione si associa una minima invasione all’interno dell’organismo. Oggi la chirurgia robotica è il sistema più innovativo per eseguire prostatectomie radicali in seguito a tumore. All’Ospedale San Raffaele il 95% di questo tipo di interventi viene eseguito con la chirurgia robotica. “Questo sistema richiede chirurghi addestrati ed esperti. È bene quindi che un paziente si rivolga a centri di riferimento altamente specializzati dotati della migliore tecnologia e di personale qualificato. Grazie alla chirurgia robotica il paziente operato alla prostata riesce a recuperare rapidamente la continenza, cioè il controllo delle funzioni urinarie, e la capacità di erezione. È molto efficace la testimonianza dei pazienti già operati con la chirurgia robotica, molti altri ne vengono a conoscenza e centri come l’Ospedale San Raffaele hanno una grande richiesta”

(Inserto “Speciale Salute e Benessere”, La Repubblica, 27-02-2018, Pagina 14)

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